Nel corso degli ultimi anni, nell’opinione pubblica si è formata una consapevolezza sempre più diffusa sull’importanza degli alberi e degli spazi verdi in ambito urbano.
La presenza di infrastrutture e aree verdi nelle città produce molti effetti positivi sia sul piano sanitario che economico: riduce l’impatto delle isole di calore, migliora la qualità dell’aria, influisce direttamente sul benessere e la salute dei cittadini.
Senza considerare il contributo dato da ogni nuovo albero alla riduzione dell’effetto serra e quindi alla lotta globale ai cambiamenti climatici.
Oggi, grazie a questa maggiore sensibilità e alla disponibilità di fondi europei nell’ambito del piano Next Generation EU, stiamo vivendo un momento di grande fermento, con molti interventi pubblici di riqualificazione di aree verdi, parchi e giardini storici.
Si tratta di interventi di grande importanza, che cambiano l’aspetto delle nostre città e influiscono direttamente sulla vita quotidiana delle persone.
Come professionisti, nel momento in cui affrontiamo incarichi di questo genere, abbiamo molte responsabilità.
Soprattutto, siamo chiamati ad assicurare che sia fatto il miglior uso possibile delle risorse pubbliche a disposizione e che le opere realizzate siano veramente sostenibili.
A mio avviso ci sono due elementi cruciali che determinano il successo o il fallimento di un’opera di verde pubblico.
Prima di tutto dobbiamo dar vita ad opere che siano ben inserite nel loro contesto e che si rivolgano direttamente alle persone che ne devono usufruire, avendo un impatto concreto sulle loro abitudini di vita.
Ogni progetto deve prefiggersi uno scopo ben definito sulla base dei reali bisogni dei cittadini, sia esso la riqualificazione estetica dei luoghi, la creazione di spazi rivolti ai bambini, l’accoglimento di attività sociali, o un insieme di vari obiettivi.
Il progetto deve essere pensato in maniera da raggiungere gli scopi fissati e da dare all’opera una funzione ben definita: solo così essa sarà vissuta, amata e curata, scongiurando il rischio di dar vita ad una cattedrale nel deserto.
Il secondo aspetto cruciale riguarda la gestione dell’opera dopo la realizzazione.
Il grande male che affligge gli spazi pubblici nel nostro paese è sostanzialmente riconducibile alla carente o errata gestione nel corso degli anni. Nel caso di spazi verdi questo è particolarmente importante: nessun parco o giardino può perdurare nel tempo senza un attento piano di gestione e la sua implementazione da parte di operatori preparati.
Purtroppo sono sotto gli occhi di tutti gli scempi perpetrati sul nostro patrimonio vegetale, con capitozzature drastiche delle alberature e giardini pubblici lasciati sostanzialmente al degrado. I danni causati da operatori assolutamente impreparati e da un approccio orientato unicamente al contenimento dei costi sono incalcolabili, e come sempre destinati a ricadere sulle spalle dei nostri figli.
Oggi abbiamo l’opportunità di poter imprimere una svolta, facendo tesoro di tutti gli errori commessi nel passato e della maggiore attenzione della cittadinanza su questi temi.
Sta a noi tutti, ognuno nel proprio ambito, fare del nostro meglio per lasciare un paese migliore alle generazioni future.