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Palmieri Studio

Note di viaggio: MAXXI, riflessioni sullo stile progettuale

Quando un giardino ha davvero stile? Quali sono gli elementi che conferiscono ad un giardino il carattere e l’armonia di forme che lo rendono un’opera d’arte?

Il giardino assume una valenza che travalica il suo essere semplicemente un ambiente posto all’aperto, popolato da elementi vegetali, quando trasmette una chiara idea progettuale.

L’architettura del paesaggio e l’architettura di edifici non sono altro se non la stessa disciplina che si esprime con mezzi diversi. In entrambi i casi bisognerà quindi partire dall’idea di spazio a cui si vuol dar vita, dal carattere che si vuol conferire ad un luogo che stiamo plasmando artificiosamente, perché intervenire sull’ambiente significa già di per sé trasformare la natura in paesaggio.

È quindi fondamentale che il giardino presenti un carattere ben chiaro e definito, immediatamente percepibile da chi lo percorra e si immerga in esso.  

Abbiamo già avuto modo di illustrare come i tre elementi chiave di ogni giardino siano costituiti dal luogo dove si opera, dalla committenza e dal progettista. È dall’interazione fra questi tre soggetti che scaturisce tutto l’iter creativo che porta, passo dopo passo, al progetto del giardino.

Come insegna il grande Dan Kiley, l’ispirazione non cala mai dall’alto in maniera estemporanea, ma è sempre frutto del nostro dialogo con il luogo in cui ci troviamo ad operare.

Nessun luogo è una tabula rasa, al contrario esso avrà un carattere profondo, spesso nascosto e da disvelare. Il luogo in cui operiamo presenterà delle caratteristiche specifiche e delle problematicità: ci porrà di fronte a criticità e a difficoltà, rispondendo alle quali il progetto prenderà vita. 

Si tratta di un approccio funzionale da cui scaturisce un disegno essenziale, di grande eleganza, volto a sviluppare tutte le potenzialità intrinseche di un determinato luogo.

In questo l’architettura del paesaggio è ben diversa dall’architettura di edifici. Sempre, nel progettare un giardino, ci si confronta con le condizioni specifiche dell’ambiente circostante, con le sfide che ci pone e che dobbiamo essere in grado di trasformare in opportunità.

Non ha quindi senso andare a forzare la mano ed imporre la nostra volontà prepotente a quelle che sono le specificità di un determinato luogo. Non pretendiamo di creare giardini freschi ed ombrosi, con prati lussureggianti, in contesti climatici che non lo permettono; o al contrario pensare a spazi dal carattere mediterraneo dove tutto intorno parla un linguaggio diverso, a partire dalla tipologia di vegetazione autoctona, per arrivare alla luce e all’atmosfera che si respira.

Sfruttiamo invece ciò che di buono ci presenta il contesto in cui lavoriamo, comprendendone e sublimandone il genius loci.

Questo implica che non potranno mai esserci due giardini uguali, dal momento che nessun luogo è identico all’altro. Ogni progetto presenterà quindi una serie di variabili che lo renderanno unico: a partire dal luogo geografico in cui ci si trova, per passare all’esposizione, all’orografia, alla tipologia di terreno, al contesto dell’ambiente circostante, fino ad arrivare all’altro fattore determinante per ogni progetto, ovvero la committenza e le sue esigenze.

Una tale variabilità di pre-condizioni porta quindi ad una grande diversificazione delle soluzioni progettuali proposte, che rischierebbe di sfociare in soluzioni estemporanee oltreché in una scarsa riconoscibilità della mano che sottintende la creazione del giardino.  

La riconoscibilità dello stile progettuale è fondamentale per garantire unità alla molteplicità delle opere che si realizzano.

Un architetto di giardini e ambienti esterni che non abbia un proprio stile definito e riconoscibile avrà difficoltà nell’incontrare i gusti della committenza e nell’imporsi sul mercato. Ma è fondamentale non confondere lo stile con la ripetizione di clichés già sperimentati, la riconoscibilità con la mancanza di originalità.

Lo stile di un professionista, o a maggior ragione di un artista, deriva dal sistema di valori che ne caratterizzano la persona. Il gusto personale non può essere estemporaneo, ma scaturisce da tutta una serie di esperienze ed influenze culturali che vanno a costituire il nucleo del professionista in quanto persona. 

Il nostro stile diviene quindi palese, pur nella diversità e specificità dei singoli incarichi, soltanto quando riversiamo nel nostro lavoro una più ampia visione delle cose che ci caratterizza in quanto individui.

La sfida continua consiste quindi nel restare fedeli a se stessi pur evolvendo, nel dare una chiara impronta alle nostre opere senza renderle autoreferenziali.

Fedeltà al contesto in cui si opera, ricettività per i bisogni, a volte impliciti, della committenza, lavoro progettuale aderente alle specificità del luogo e sostenuto da un coerente stile personale: sono questi gli elementi che rendono un giardino vera espressione creativa.