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Palmieri Studio

Intervista a Francesco Ferrini

Intervista a Francesco Ferrini.

Ci troviamo a Firenze al Parco delle Cascine in compagnia di uno dei massimi esperti di alberi e verde urbano.

Presidente della Scuola di Agraria dell’università di Firenze, accademico dei Georgofili: siamo con il professor Francesco Ferrini.

Grazie di aver accettato il nostro invito.

Cominciamo con il dire in che cosa il verde urbano può dare beneficio in termini economici, ecologici e anche di salute.

I termini ecologici sono abbastanza ben conosciuti.
Sappiamo che può mitigare l’isola di calore, chiaramente lo stoccaggio di CO2, la rimozione e l’abbattimento della quota della carica di inquinanti in atmosfera, tutta una serie di benefici che sono abbastanza conosciuti così come quelli magari ecologici, la conservazione della biodiversità.

Qui siamo in un parco molto grande.
Si sente in sottofondo il rumore, in questo caso, delle cicale.
Ci sono molti uccelli che trovano in questo ambiente, quindi nel parco, il loro habitat quasi naturale.

Meno conosciuti sono gli aspetti economici: cioè quello che è l’incremento di valore delle proprietà non solo immobiliari ma anche delle proprietà commerciali legato alla presenza di piante.

E’ stato dimostrato, da moltissimi studi scientifici, che la presenza di alberi, di un verde ben progettato, ben pianificato, ben soprattutto gestito quindi ben mantenuto, ha effetti molto positivi su quello che è, non sono il valore degli immobili, ma anche sulle attività commerciali che si trovano in prossimità delle aree verdi

Vengono stimolate attività commerciali, c’è una maggiore propensione del consumatore, qualunque esso sia, a spendere di più e magari ad acquistare anche beni e di un prezzo leggermente più elevato rispetto a quello che farebbe se si trovasse una zona meno gradevole dal punto di vista estetico.

Ecco, il verde urbano, il verde ornamentale chiamiamo così poi aggettivo che è un po’ riduttivo può fare anche questo e magari è un tasto è un argomento che è meno conosciuto dalla persona comune.

Magari non è così ben percepito il fatto che la presenza di un parco oltre tutti i benefici, siamo in piena estate uno è sicuramente la mitigazione dell’isola di calore urbano, ci sono anche i benefici che poi hanno un tornaconto economico per coloro che si trovano direttamente a contatto con questo verde.

Quindi il verde urbano in realtà è una forma di investimento, e necessita di una pianificazione.
Cioè non basta semplicemente piantare alberi in maniera casuale ma bisogna avere un progetto alla base. Giusto?

Certamente. Che sia un investimento non c’è dubbio.
Anzi io più volte ribadisco durante i convegni o nelle pubblicazioni che non mi piace quando vedo un una municipalità o un’amministrazione pubblica che mette alla voce spese, si parla di “spesa corrente per il verde”, in realtà è un investimento, perché ormai è conclamato appunto da studi scientifici fatti in tutto il mondo che l’investimento di una unità monetaria, che per noi è l’euro, sul verde ha un ritorno economico tra 1,3 e 1,7 se si limita a tutto il verde, molto più elevato se si riferisce al singolo albero quando l’investimento può rendere fino addirittura a € 5,50/6 per albero.

Questo è stato dimostrato, per esempio, a New York che ha fatto un conto, un’ analisi costi-benefici molto molto dettagliata.

È ovvio che questo presuppone una pianificazione di lungo termine, un’adeguata progettazione e poi di seguito, una gestione che deve essere fatta partendo da personale qualificato quindi dei pianificatori che lavorino insieme a progettisti e poi successivamente ai gestori del verde pubblico perché tutta la filiera che deve necessariamente chiedere e avere il meglio perché investiamo sulla nostra stessa vita.

Noi siamo qui respiriamo un’aria che ha una concentrazione di CO2 più bassa rispetto a quella della città che è veramente vicina perché siamo in mezzo al verde, quindi investiamo su un qualcosa che poi ci dà solo benefici.

Certo, quindi il verde urbano cambia o deve cambiare il modo di concepire la città, quindi nel piano di sviluppo della città del futuro il verde deve essere parte integrante.

Certo, non c’è dubbio.
Quando dico che il verde urbano non è solamente piantare degli alberi e metterli in città così casualmente.

Ci deve essere una pianificazione che guardi un futuro non prossimo cioè non nell’arco di qualche anno ma forse anche di decine di anni per lasciare alle future generazioni una città più sostenibile, più vivibile, più inclusiva, più socialmente rispettosa di tutte le categorie di persone che possono vivere in una città.

Quello che mi piace ripetere tutte le volte è che se ognuno di noi fa qualcosa insieme possiamo fare tanto, veramente tanto.
E non possiamo pensare alla sostenibilità, una città sostenibile solo in termini di ambiente: c’è una sostenibilità economica e una sostenibilità sociale.

Ecco, con il verde si ottiene un miglioramento della sostenibilità a tutto tondo e, ribadisco, è una cosa che ovviamente ha necessariamente un tempo più lungo di quelli che possono essere tre, quattro o cinque anni, ma che va addirittura alla generazione futura.

In fondo il verde di cui godiamo adesso è un verde che è stato piantato ormai cinquanta, sessanta se non addirittura più di cento anni fa.

E’ un verde che deve essere gestito perché purtroppo ci sono alcune piante che sono giunti ormai alla fine della loro vita “naturale”, anche perché sottoposte a forti stress adesso legati anche al cambiamento climatico quindi c’è anche la necessità di gestire un rinnovo, oltre che avere nuove aree verdi, un rinnovo di quelle che già abbiamo.

Tutto questo non si può fare se non affidandosi a dei Professionisti, a persone che chiaramente hanno una preparazione culturale ma anche storica per fare questo.

Certo. Quindi il messaggio che vogliamo lanciare è quello di essere lungimiranti, pensare al futuro pensare alle generazioni future perché poi la responsabilità sarà nostra del tipo di città e di società che andremo a lasciare ai nostri figli.

Su questo non c’è dubbio poi io spero che un giorno ci ringrazieranno se riusciremo a fare un qualcosa di cui loro potranno potranno godere.

Non si può pensare solo all’oggi.
Magari oggi pensando solo ad oggi faremo scelte, a mio parere, molto egoiste.

Cerchiamo di pensare al domani investire su quello che sarà il domani delle future generazioni.

Benissimo. Io la ringrazio per il suo contributo e Le auguro buon lavoro.
Grazie, buongiorno.

Grazie