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Palmieri Studio

Gli errori da evitare – quarto errore

Nell’architettura, il lavoro finisce quando la costruzione dell’edificio viene conclusa.
Nell’architettura del paesaggio, il lavoro inizia quando la realizzazione del giardino viene terminata.
Un edificio è un’opera il cui carattere è fissato nel tempo.
Un giardino è una creazione destinata a cambiare, evolvere, maturare nel corso degli anni, e bisognosa di cure.
Il buon architetto paesaggista deve aiutare la committenza a comprendere come rapportarsi ad un’entità viva e mutevole quale è il giardino.

Il quarto errore da evitare nel nostro giardino, è quello di gestirlo male.

E’ luogo comune pensare che il giardino necessiti di lavoro continuo e che sia sempre costoso. In realtà, se le piante sono scelte in maniera corretta, soprattutto per le dimensioni che raggiungeranno a maturità, non saranno necessari interventi di potatura annuali.

La potatura fa male alle piante, le stressa e ne accorcia il ciclo di vita.

Le piante non hanno bisogno di essere potate per il proprio benessere.

Dato che non dobbiamo produrre frutta o ortaggi, la potatura, nel giardino, è praticamente superflua. Se fatta poi in maniera drastica, ne va a deturpare irrimediabilmente l’aspetto.

Bisogna invece concentrarsi sul creare un terreno fertile ed un ecosistema resiliente per le nostre piante.

Per questo bastano due o tre interventi mirati all’anno.

Bisogna poi abbandonare la visione del giardino come realtà statica, sempre in ordine ed uguale a sé stessa. A volte, non viene tollerata neanche una foglia fuori posto, ed ogni elemento di sorpresa viene stroncato sul nascere.

Il giardino viene progettato in ogni sua parte e da noi impostato, ma va poi lasciato evolvere in maniera naturale.

Il giardino va accompagnato nella sua crescita con interventi mirati e misurati. Dobbiamo quindi guidarlo, ma non soggiogarlo.

La volontà di dominio che a volte ci anima, è fonte di grandi frustrazioni: le piante sono esseri viventi e quindi in parte imprevedibili, la natura non si lascia imbrigliare facilmente.

Un giardino in cui tutto è prevedibile e pianificato e in cui ogni elemento è perfettamente in ordine sarà sicuramente ammirevole, ma non ci emozionerà.

E’ la vita con la sua mutevolezza e in parte con la sua imperfezione ad essere poetica.

Ecco quindi la quarta regola da seguire: prendersi cura del giardino in maniera attenta ma non ossessiva, senza prepotenza e rispettando le piante. Di questo atteggiamento beneficeranno sia il nostro giardino sia il nostro portafogli.